CHI SONO

Mi chiamo Mino Zizzo, ho 39 anni, sono sposato e papà di una bimba di 4 anni.
Da bambino ero un ragazzo introverso e insicuro, che cercava di sentirsi accettato. Alle medie, per colmare quel vuoto, mi sono avvicinato ai bulli, indossando una maschera che mi ha accompagnato per anni e che mi ha portato alla dipendenza dal gioco già a 14 anni.

 

Nel 2003 un incidente stradale ha segnato la mia vita: due miei amici sono morti e io ero l’unico sopravvissuto. Quel senso di colpa mi ha distrutto dentro. A 19 anni, mentre lavoravo come barista in Emilia Romagna, ho avuto il primo approccio con la droga, che mi ha accompagnato per 12 anni.

Nel 2010 ho aperto la mia prima attività, ma nel 2016, tra debiti e dipendenza, ho perso tutto. Fu mia moglie Stella a scoprire la verità. Il 27 aprile 2017 ho toccato il fondo: drogato e ubriaco, mi trovò mio fratello steso a terra. Da lì decisi di chiedere aiuto e iniziai un percorso di psicoterapia.

Dopo varie ricadute e nuove consapevolezze, nel 2018 mi sono avvicinato alla crescita personale, promettendo a me stesso che, se fossi riuscito a farcela, avrei aiutato gli altri.
Da allora non mi sono più fermato: ho fatto volontariato, collaborato con comunità e centri di ascolto, e ho trasformato il mio dolore in una missione.

Oggi sono un life coach e aiuto chi sta vivendo momenti di difficoltà a ritrovare se stesso.
Questo percorso nasce dall’amore, dall’esempio di mia madre — una donna capace di donare amore incondizionato — e dalla convinzione profonda che nulla accade per caso.